Traduzione De Bello Gallico Libro 1 Paragrafo 3 (Cesare) - De Bello Gallico Gli Elvezi si preparano, His rebus adducti et auctoritate Orgetorigis permoti constituerunt ea quae ad proficiscendum pertinerent comparare

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view post Posted on 10/7/2011, 22:12




De Bello Gallico Libro 1 - Paragrafo 3 - Gli Elvezi si preparano alla partenza


His rebus adducti et auctoritate Orgetorigis permoti constituerunt ea quae ad proficiscendum pertinerent comparare


Traduzione De Bello Gallico 1,3 - De Bello Gallico Libro 1 Paragrafo 3 Capitolo 3 - Cesare De Bello Gallico Traduzione Gli Elvezi si preparano alla partenza - Giulio Cesare Versione




Autore: Gaio Giulio Cesare
Opera: IL De Bello Gallico
Incipit: His rebus adducti et auctoritate Orgetorigis permoti constituerunt ea quae ad proficiscendum pertinerent comparare
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Traduzione Versione di latino De Bello Gallico 1,3


His rebus adducti et auctoritate Orgetorigis permoti constituerunt ea quae ad proficiscendum pertinerent comparare, iumentorum et carrorum quam maximum numerum coemere, sementes quam maximas facere, ut in itinere copia frumenti suppeteret, cum proximis civitatibus pacem et amicitiam confirmare. Ad eas res conficiendas biennium sibi satis esse duxerunt, in tertium annum profectionem lege confirmant. Ad eas res conficiendas Orgetorix deligitur. Is sibi legationem ad civitates suscepit. In eo itinere persuadet Castico Catamantaloedis filio Sequano, cuius pater regnum in Sequanis multos annos obtinuerat et ab senatu populi Romani amicus appellatus erat, ut regnum in civitate sua occuparet, quod pater ante habuerat; itemque Dumnorigi Haeduo, fratri Diviciaci, qui eo tempore principatum in civitate obtinebat ac maxime plebi acceptus erat, ut idem conaretur persuadet eique filiam suam in matrimonium dat. Perfacile factu esse illis probat conata perficere propterea quod ipse suae civitatis imperium obtenturus esset: non esse dubium, quin totius Galliae plurimum Helvetii possent; se suis copiis suoque exercitu illis regna conciliaturum confirmat. Hac oratione adducti inter se fidem et ius iurandum dant et regno occupato per tres potentissimos ac firmissimos populos totius Galliae sese potiri posse sperant. arida modo pumice expolitum? Corneli, tibi: namque tu solebas meas esse aliquid putare nugas iam tum, cum ausus es unus Italorum omne aevum tribus explicare cartis doctis, Iuppiter, et laboriosis. quare habe tibi quidquid hoc libelli qualecumque; quod, o patrona virgo, plus uno maneat perenne saeclo.


Orgetorige Traduzione Cesare


Spinti da queste cose e scossi dal prestigio di Orgetorige stabilirono di preparare quelle cose che servissero per partire, di comprare il maggior numero possibile di carri e di giumenti, di fare le maggiori seminagioni possibili, perché la scorta di cereali bastasse durante la marcia, di rafforzare la pace e l’amicizia con le popolazioni vicine. Per completare quelle cose ritennero esser loro sufficiente un biennio, stabiliscono per legge la partenza per il terzo anno. Per completare quelle cose è scelto Orgetorige. Egli si assume l’ambasceria per le popolazioni. In quel viaggio persuade Castico, seguano, figlio di Catamantalede, il cui padre aveva tenuto il potere per molti anni tra i Sequani e dal senato era stato chiamato amico del popolo romano, di prendere nella sua nazione il potere, che prima aveva avuto il padre; così pure persuade l’eduo Dumnorige, fratello di Diviziaco, che in quel tempo deteneva il primato nella nazione ed era particolarmente gradito al popolo, perché faccia lo stesso e gli dà sua figlia in matrimonio. Assicura loro esser facilissimo da farsi realizzare gli sforzi, per il fatto che egli stava per ottenere il potere della sua nazione: non esserci (quindi) dubbio, che gli Elvezi potevano il massimo di tutta la Gallia; rassicura che lui con le sue truppe ed il suo esercito avrebbe loro agevolato il potere. Spinti da questo discorso si scambiano tra loro garanzia e giuramento e sperano, occupato il potere, di poter impadronirsi del comando di tutta la Gallia per mezzo di tre potentissimi e sicurissimi popoli. appena ripulito con secca pomice? Cornelio, a te: tu difatti solevi pensare valer qualcosa le mie cosucce già allora, quando hai osato unico degli Italici spiegare tutta la storia con tre libri dotti, per Giove, e complessi. Dunque tieniti quanto più questo di libretto quale che sia; ma lui, o vergine patrona, duri perenne più di un secolo.


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De Bello Gallico,
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